di Pietro Ferrarese – Nessun risultato valido per i quesiti referendari: vince l’astensionismo. Fumata nera per i quesiti referendari promossi dai Radicali e dalla Lega di Matteo Salvini, non è stato raggiunto, infatti, il quorum necessario affinché la riforma passasse. È stato rilevato un tasso di affluenza pari al 20% a livello nazionale e molte sono state le motivazioni che hanno spinto gli elettori a non recarsi ai seggi per esprimere democraticamente il loro parere; ad accentuare l’astensione è stata sicuramente la mancata informazione da parte degli organi promotori e istituzionali.

Altro fattore da considerare è la complessità di alcuni quesiti, per colpa di questi infatti molti elettori hanno rinunciato ad esprimere il loro voto anche sugli altri. A dir di molti è stata una giornata con uno spreco di fondi e risorse pubbliche immane, invece è l’ennesima conferma di un elettorato che non partecipa attivamente al voto, bensì lo trascura. I dati di ieri non sono una sorpresa: nell’ultimo referendum abrogativo, svoltosi nel 2020 sul taglio dei parlamentari, l’affluenza è stata pari al 53,84% superando di poco il quorum, mentre in quello del 2016 è stata pari al 32,16%.

Spostando lo sguardo dalla prospettiva nazionale a quella del Comune di Racale si può dire che i dati sono davvero sconcertanti: sono stati solo 554 i votanti contro gli 8929 aventi diritto, il 6,20%. Nonostante tutto, seppur inutilmente, vince il sì a tutti i cinque quesiti con 15 schede bianche e quattro nulle per quesito. Guardando al futuro, servirà un cambio di passo da parte degli elettori in vista delle elezioni politiche del prossimo inverno, infatti l’affluenza alla urne cala di tornata in tornata e questo è un dato poco incoraggiante, soprattutto per i neo-diciottenni che si ritrovano a votare per la prima volta.