Un pensiero per Patrick Zaki. Questo è quanto ci è stato inviato da un nostro amico e sostenitore, Marco Liviello, che pubblichiamo.

Lo studente egiziano Patrick Zaki è stato scarcerato l’8 dicembre dal commissariato di polizia di Mansura, sua città natale. Lo studente è libero ma non è stato assolto dalle accuse di aver diffuso notizie false sulla base di tre articoli.

In uno di questi, denunciava la terribile condizione dei cristiani copti, minoranza a cui appartiene, perseguitata dall’Isis e discriminata da frange della società musulmana. Zaki – dopo il provvedimento dei primi giorni di dicembre – dovrà presentarsi davanti alla Corte: la prossima udienza avrà luogo il 1° febbraio 2022.

Patrick, appena uscito dal carcere, ha potuto abbracciare la madre Hala e la sorella Marise.

Zaki abbraccia la sorella
Zaki abbraccia la sorella

In questi 22 mesi di detenzione non sono mancate le mobilitazioni da parte di personalità del mondo universitario e non. Sono state tante le manifestazioni e i flash-mob in numerose città italiane a sostegno di Patrick. Lo studente, iscritto al master europeo di studi di genere “Gemma” presso l’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, stava rientrando in Egitto per andare a trovare la famiglia in occasione delle vacanze, quando è stato arrestato all’aeroporto del Cairo il 7 febbraio 2020 da agenti del National Security Agency, i servizi segreti egiziani.

La formalizzazione dell’arresto avviene il giorno seguente, 8 febbraio 2020. Le accuse che gli vengono rivolte sono istigazione alla violenza, alle proteste, terrorismo e minaccia alla sicurezza nazionale. La sua detenzione dura ben 22
mesi. Finalmente il 7 dicembre 2021, arriva la notizia della sua scarcerazione. Il giorno
successivo può riabbracciare familiari e amici.