di Giuliano Sabato –  In un’epoca in cui la frenesia della vita è alimentata dai dispositivi smart e dall’incessante bisogno di essere “social”, sembra che il tempo ci sfugga via più velocemente che mai. La corsa quotidiana ci costringe a malapena a prenderci il tempo per un caffè con i nonni o a goderci il paesaggio mentre si è al volante. Abbiamo dimenticato come fermarci, ascoltare il suono della natura o condividere una piacevole chiacchierata con un amico. Nel mezzo di questa corsa contro il tempo ci ritroviamo con i cellulari pieni di foto e ricordi che sembrano vuoti.

Un tempo le foto avevano un significato diverso. Erano cimeli preziosi, immagini stampate che catturavano momenti irripetibili. L’album di famiglia era un tesoro da sfogliare insieme ai nonni, un modo per assaporare come il tempo, le cose e le persone cambiassero. La fotografia rappresentava una forma di memoria tangibile, un mezzo per rivivere i momenti speciali e condividere storie che collegavano generazioni.

Oggi le fotografie sono spesso effimere, come le storie di Instagram con una durata di 24 ore. Questo è il valore che diamo alle nostre immagini: 24 ore di attenzione, poi sono dimenticate. Le foto sono fatte principalmente per essere condivise sui social media, come se l’importante fosse mostrare agli altri ciò che facciamo, piuttosto che conservare il significato profondo dei momenti che catturiamo.

Questa trasformazione nella percezione delle fotografie ha un impatto profondo sulla nostra relazione con il tempo. Abbiamo perso la capacità di rallentare, di assaporare e di riflettere. Siamo così presi a cercare il prossimo scatto perfetto da condividere che spesso dimentichiamo di vivere appieno il momento presente. Questo ha conseguenze non solo sulla nostra connessione con il tempo, ma anche sulla nostra relazione con gli altri e con noi stessi.

In questo contesto, l’album di famiglia diventa un simbolo potente della nostra perduta connessione. Rappresenta il tempo in cui ci fermavamo per condividere storie, ricordi e risate, una tradizione che abbiamo trascurato nel mondo digitale.

Tuttavia, c’è ancora speranza. Possiamo recuperare il significato autentico delle fotografie e, con esso, la connessione con gli altri e con noi stessi. In un’era digitale, possiamo stampare le nostre foto e crearne degli album. Questo atto ci spinge a rallentare, a riflettere sulla nostra storia personale.

Mentre il tempo scorre inesorabile, ricordiamoci di assaporare la vita al di là dei nostri schermi. Non dimentichiamo il valore delle relazioni autentiche, delle conversazioni profonde e degli abbracci che trasmettono calore umano. La fotografia può ancora essere un ponte tra il passato e il presente, un veicolo per riconnetterci con chi siamo e con chi abbiamo accanto.

Oggi, ti invitiamo a recuperare quell‘album di famiglia, a sfogliarlo con gli amici e i parenti, a condividere storie e ricordi. Rendilo il tuo album, la tua storia, il tuo margine temporale. Attraverso le foto, possiamo raccontare la nostra storia in modo autentico e prezioso. In un mondo in cui tutto sembra sfuggire via, la fotografia, quando trattata con rispetto, ci aiuterà a riscoprire il valore del tempo nella nostra vita e il significato delle relazioni che abbiamo intrecciato lungo il cammino.

Immagine di copertina di Giuliano Sabato