Il profumo di mio padre” (edito da Piemme) racconta l’eredità di un figlio della Shoah dedicato a papà Nedo (morto il 19 dicembre 2020) ed è il titolo del libro scritto da Emanuele Fiano, presentato domenica 12 dicembre a Nardò.

Insieme all’autore è intervenuto Lorenzo Siciliano, consigliere comunale della cittadina salentina. Pubblicato nel gennaio 2021, il libro non solo racconta la vita di un uomo sopravvissuto all’Olocausto ma anche del rapporto – spesso delicato e forte – tra padre e figlio. La pubblicazione, dedicata al padre Nedo Fiano, racchiude la difficile e irrinunciabile “eredità di un figlio della Shoah“.

“Spesso chi ha avuto un’esperienza come quella non si può considerare una persona normale – ha sostenuto Fiano durante la presentazione – e lo sa bene la mia amata moglie e lo sanno i miei figli e forse le mogli di tutti i figli della Shoah e i loro amati figli. Come prima le nostre madri o padri. Noi non abbiamo ascoltato solo parole dolci e tenere dai nostri padri, non solo favole ci è capitato di ascoltare, ma il silenzio impastato di lacrime e urla”.

“Noi figli della Shoah non siamo figli normali – ha ribadito l’autore -; l’ho capito quando papà ha iniziato a raccontare, crescere con lui ha significato portarsi dentro dei tabù. Sentivo che a mio padre veniva chiesto di svolgere il ruolo del testimone. Ma quando nell’Haggadah non riusciva a leggere il brano Fummo schiavi del faraone, che lui collegava ad Auschwitz, soffrivo contemporaneamente da bambino e da figlio. L’uomo sopravvissuto, che poi ho saputo essere l’unico sopravvissuto della sua famiglia, l’uomo che era come un eroe per me, improvvisamente piangeva ed era fragile e non più forte. Ho vissuto un conflitto fra il volere un padre per me e un padre che era un personaggio pubblico”.