In questi giorni stiamo assistendo a lunghe file presso farmacie e centri accreditati per coloro i quali hanno avuto un contatto con persone risultate positive al Covid-19. Lo scenario negli hub di Lecce e Taurisano per effettuare un test molecolare non è differente, infatti, in questi giorni si stanno registrando code chilometriche con il rischio, dopo interminabili ore di attesa, di restare senza tampone una volta arrivati sul posto.
Nella giornata di ieri, 6 gennaio, su 75.641 test effettuati i nuovi casi di Sars-Cov-2 registrati in Puglia sono 5.558, con 1.022 positivi in provincia di Lecce. La domanda + lecita: il sistema di controllo è saturo?
Il numero crescente di popolazione colpita dalla quarta ondata del virus non permette al sistema sanitario locale di monitorare la negatività di pazienti costringendoli, molto spesso, a lunghe attese tra le mura domestiche.
In tutto ciò, per alleggerire il lavoro ai sanitari, il nuovo decreto, entrato in vigore il 31 dicembre 2021, dispone che la cessazione della quarantena o dell’auto-sorveglianza venga rilasciata dall’esito negativo di un test antigenico rapido o molecolare, effettuato anche presso centri privati abilitati, con la trasmissione telematica al dipartimento competente.
Se negli hub messi a disposizione dall’Asl territoriale la situazione è intasata, nei centri privati come viene gestita?
Alcuni centri offrono la possibilità di effettuare una prenotazione online ma una volta giunti sul posto ci troviamo davanti a scene di persone in fila, molto spesso ammassate, senza rispetto del distanziamento sociale imposto per legge.
Molto spesso gli interessi economici vengono messi davanti alla salute della popolazione. Avere attivo un servizio di prenotazione online e non tenerne conto (a chi già è afflitto da stress dovuto alle settimane di isolamento) crea una reazione di non fiducia nei confronti dell’istituzione.
Purtroppo, molto spesso si aggiunge la maleducazione di chi non vuole attendere il proprio turno, cercando escamotage saltando la fila davanti agli occhi di tutti.
Ed è in queste situazioni che una canzone mi suona per la testa, come cantava il compianto cantautore Giorgio Gaber: “io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono”.